I Paesi Islamici Affacciati Sull’Oceano

 

L’Arabia

 

Ed ora che siamo di ritorno da questo lungo viaggio tutto africano, effettuato soprattutto lungo le coste (ma anche nel centro) del Continente, ci ricongiungiamo con la “Cultura araba” dove, come succede a volte anche in altre zone del nostro pianeta, queste (cultura e civiltà), non sempre sono circoscritte e limitate nell’ambito dei confini territoriali della Nazione, ma anche fuori dai suoi confini (o magari al contrario, tante correnti all’interno della stessa Nazione). Per cultura araba quindi, non si intende soltanto quella della penisola arabica, ma di tutti quei Paesi dove si è estesa la conquista araba e, conseguentemente, la diffusione dell’islamismo che già abbiamo visto nelle precedenti pagine.

 

arabia

 

La melodia qui sopra riportata, è un tipico esempio di quanto detto. Infatti risale ai tempi della dominazione araba in Spagna e per giunta, è musica delle comunità ebraiche che soggiornavano in quel Paese a causa della Diaspora. Secondo me, fra tutti i brani arabi di cui sono a conoscenza, quello è il più tipico, anche se per paradosso non nasce in Arabia e non è prettamente arabico, tuttavia è evidentissima la sua influenza e caratteristica. Alcuni di questi territori, quelli del Magreb, li abbiamo già visti per cui vediamo ora la “culla” da cui si estese questa civiltà. La musica araba certamente risale all’epoca pre-islamica chiamata dagli arabi: “Il periodo dell’ignoranza”. Questa ignoranza si riferisce al concetto religioso, perché a giudicare da quello che ci hanno offerto i reperti archeologici, possiamo notare una civiltà anteriore ancora a quella greco-romana. La struttura sociale di quell’epoca, era formata dallo sceicco con potere assoluto su tutta la comunità che era in sostanza, una città stato. Questo ambiente patriarcale risale dalle più antiche civiltà semitiche.

 

A quei tempi la musica veniva tramandata oralmente. La cultura musicale dell’antica Grecia, che secondo alcuni musicologi come Curt Sachs, fu originata da quella indiana, ha potuto sopravvivere nel medio-evo grazie ai famosi conventi benedettini in Europa che custodirono gelosamente gli elementi del classicismo greco, ma anche grazie agli arabi i quali fecero altrettanto. La fisionomia della musica araba è da un lato, un radicato legame con la tradizione e dall’altro, la tendenza ad arricchirsi di volta in volta di nuovi elementi provenienti dai paesi in cui si diffuse l’islamismo. Una volta affermatosi l’islamismo, la musica nel mondo arabo ebbe come una battuta d’arresto a causa delle stesso Maometto. Egli infatti diceva: “Maledetta quella barba alla quale di avvicinerà l’imboccatura di un flauto”. Queste proibizioni però, probabilmente frutto di credenze legate credo alla leggenda di Màrsia che osò sfidare Apollo con il suo flauto in una sfida musicale, sono contrarie alla natura delle cose per cui fortunatamente, il buon senso per finire ebbe la meglio e la musica si poté esprimere tanto che divenne parte essenziale dell’islamismo.

 

E’ curioso notare come certe credenze possano ancora sopravvivere a distanza di millenni e non soltanto nel mondo arabo, ma anche fra europei e per giunta…al giorno d’oggi nel mondo della scuola dell'obbligo. Infatti come insegnate di musica presso la scuola media (la scuola dell’obbligo), in certi Istituti ho trovato delle opposizioni inaudite ed incredibili, perché facevo appunto suonare il flauto ai ragazzi…….Probabilmente nemmeno i protagonisti di tali opposizioni erano consapevoli del vero movente che li spingeva a questo….…ma io credo che, curioso a dirlo, tali personaggi erano vittime inconsapevoli di queste leggende che risalgono fin dai tempi mitologici prima del diluvio. Delle tre cose condannate da Maometto ovvero: musica, venditrici d’amore (prostitute) e il vino, per finire solo quest’ultimo restò nel libro nero dei mussulmani mentre invece le venditrici d’amore che tra l’altro erano anche bravissime nel canto e nella danza, vinsero la loro battaglia, conquistando pure posizioni altamente privilegiate e anche di un certo potere come la “Quina-s”, le quali ebbero un ruolo importante in tutta la penisola araba. Esse univano le funzioni di cantanti, danzatrici e di cortigiane. E’ scritto di loro: “elegantemente vestite, esalavano profumi inebrianti di essenze rare; il loro canto era dolcissimo e magico, ecc.

 

العلماء المسلمون الفارابي

 

Canzone Enta Omri

 

Jalila - Belly Dance Queen

 

Dynamic Drum Solo With Sadie

 

La parte essenziale della musica araba è la melodia, la cui espressione è facilitata grazie alla mancanza di armonia e inoltre, con intervalli inferiori al 1/2, si possono creare particolari “effetti” e “sfumature” tipicamente orientali, preziose in questi contesti melodici, ma incompatibili con le leggi armoniche che tanto invece, si svilupparono in Europa. Le notizie più autentiche riguardo la teoria musicale araba, attualmente sono a disposizione nelle biblioteche arabe ed europee e risalgono alla seconda metà del sec. VIII d C epoca in cui visse il famoso liutista persiano Zal-Zal Ben-Diafar, ideatore delle terza “neutra” , un intervallo non di 2 toni e neppure di 1 e 1/2, ma di 3/4 di tono (tre intervalli di un quarto di tono ciascuno), intervallo che sarà utilizzato in tutta l’area musicale araba. Questo tipo di intervallo, come tutta la teoria araba, non trova riscontro con la nostra teoria musicale. Si è tentato di fare un abbinamento e al Congresso del Cairo vennero elaborate altre due alterazioni “monesis” che alza la nota di 1/4 di tono e il “semibemolle” che l’abbassa di 1/4 di tono. Giuseppe Donizzetti, fratello di Gaetano Donizzetti, al servizio del sultano, introdusse in Turchia il nostro sistema tonale con il rischio però di soffocare la tradizione orale.

 

Musica Microtonale

 

Musica Microtonale - Insolita Musica

 

Musica Araba Colta

 

أم كلثوم

 

أم كلثوم ــ أنت عمري ــ كاملة

 

Oum Kalthoum

 

Um Kalthoum - Elf Laila O Laila

 

Arabic Clip Asmahan

 

سهران لوحدي ام كلثوم

 

ام كلثوم في نور محياك

 

ام كلثوم...دارت الايام

 

Come si diceva quindi, il sistema orientale, totalmente diverso dal nostro tanto da non poterci nemmeno fare un confronto, era una vera iniziazione teorico-pratica. Una volta memorizzati gli elementi e dopo aver memorizzato un numero incredibile di canti e melodie, il discente diventava a sua volta compositore, esecutore, cantante, realizzando a sua volta “quell’intelligenza musicale” (come direbbe Roberto Goitre), che gli consentirà di evolversi al punto da “uscire dal suo guscio” (dal suo guscio didattico), esattamente come farebbe il bruco nel suo bocciolo. Sarà in grado di riconoscere gli intervalli nel modo più semplice ed istintivo divenendo infine, musicista realizzato e compiuto a tutti gli effetti. Comporrà così nuovi brani, magari attingendo da tutte le nozioni, impressioni e patrimonio musicale che ha accumulato quando era ancora discente. Vediamo così due metodologie didattiche davvero differenti l’una dall’altra e il voler forzare l’una, per renderla simile all’altra (o viceversa), sarebbe davvero un grande errore

 

Esperienze e Occorrenze Microtonali

Influenza araba nella musica spagonla

 

Nel Nord Ovest africano, ultimamente sono fiorite scuole musicali di matrice araba con l’intento di far rivivere in Spagna e fra i Paesi conquistati dagli arabi, specialmente dove ci fu maggiormente una loro influenza culturale, tale corrente. Alcuni musicisti come Gordon, Menandez ed altri (della scuola nazionale spagnola) ammettono che nella musica spagnola, l’esistenza della fusione con lo stile arabo esiste. De Falla invece, anche lui della scuola nazionale spagnola XIX e XX sec. e altri ancora come lui, non l’ammettono. Tuttavia, con tutto il rispetto per De Falla, grandissimo musicista spagnolo, è facile immaginare che dopo 700 anni di dominazione araba, ci sia rimasta una traccia della loro cultura, anche nel campo musicale

 

Arabia Saudita Y Su Música

 

Mashoura - Música Clássica Árabe

 

Musica Culta - Religiosa Arabe Elmadh

 

Musica Arabe Lenta

 

Cancion Arabe Hermosa

 

Un grande nome della musica araba del giorno d’oggi è “Oum Kalthoum”. Si tratta di una cantante che da anni ormai, si esibisce cantando brani famosissimi del mondo arabo. Gia abbiamo messo di lei alcuni collegamenti con You Tube; ora metteremo lo stralcio di uno spartito (soltanto poche note) di un brevissimo frammento, di un brano da lei cantato, tanto per dare un’idea nel caso che qualcuno volesse suonarlo con il flauto

 

arabia

 


 

Iran

 

La cultura musicale iraniana fa parte di tutta l’area modale (strutturata su scale che non sono Maggiori e nemmeno minori), che si estende dai paesi arabi a tutta l’India in cui sovente troviamo intervalli inferiori al 1/2 tono, incompatibili quindi, con la nostra polifonia. La musica in genere è affidata a solisti che improvvisano nell’ambito di uno schema modale. La musica popolare, pur essendo ricca e varia, non è ancora diventata oggetto di studio; essa è connessa comunque ai fatti e tappe importanti della vita: nascite, matrimoni, funerali, ecc. Inoltre abbiamo la musica legata al divertimento e quella ai riti religiosi.

 

La musica classica in Iran è nota ed è il frutto di un costante e reciproco influsso con lo stile arabo, indiano e persiano, che lascia in Iran una traccia inconfondibile. Purtroppo le notizie storiche sono scarsissime a causa della scomparsa delle antiche biblioteche persiane dovuta ad incendi e saccheggi prima per opera di Alessandro Magno, 300 a C in seguito dagli arabi sec.VII d C , dai mongoli, XIII d C ed infine, dagli afgani nel sec XVIII. Per cui non è possibile tracciare un quadro completo. Malgrado ciò, alcuni punti basilari si possono riconoscere ossia, la grande importanza che aveva la musica nell’’antica società persiana. Tramite gli scritti di Erodoto, possiamo constatare che i cantori erano tenuti in alta considerazione. Nell’epoca dei “Sassanidi” (226-641), il cantore Barbedh, ideò 7 sistemi modali che corrispondevano ai 7 giorni della settimana .

 

Aneddoti

 

Il suo re (il re del cantore Barbedh), Chosroe II, amava tanto il suo cavallo Chbbdz (colore della notte), da giurare che avrebbe fatto uccidere chiunque gli avesse dato notizia della sua morte . Quando la cosa avvenne, l’incombenza toccò proprio a Barbedh perché fu incaricato dal grande Staffiere di farlo. Allora egli compose un canto assai commovente che dava ad intendere della morte di un cavallo e lo canto al suo re. Questi, dopo aver ascoltato, ebbe come un presentimento e disse: “Ma forse Chbbdz è morto?” Barbedh rispose : “Tu lo hai detto” , aggirando in tal modo una tragica sorte.

 

La penetrazione della musica occidentale, ha leggermente snaturato, come sovente succede in questi casi, la cultura musicale del luogo. E’ da ricordare anche un’usanza oggi caduta in disuso; si tratta di un brano di corte che veniva eseguito con grandi trombe, tamburi timpani e oboi al mattino e alla sera per salutare l’alba e il tramonto. Questo brano venne eseguito al Festival di Shiraz nel 1969 1970. La musica dotta viene eseguita da cantori e strumentisti ma il canto, come generalmente succede in tutta la musica orientale, ha un ruolo preponderante.

 


 

Afganistan

 

La musica dell’Afganistan è soprattutto popolare ed è formata dal sovrapporsi di tradizioni dei gruppi etnici che vivono nel Paese: “pashtuni “, “baluci”, “hanzara”, “uzlaki” “turkmeni” “maristani” ed altri. Questi popoli hanno diversità notevoli fra loro ma, in quanto a tradizioni culturali, trovano molti punti in comune per cui si può parlare di una musica afgana con sue caratteristiche. In line di massima, il canto è eseguito da un solista accompagnato da uno strumento o da un tamburo. E’ raro che il coro sostituisca il solista. I testi dei canti sovente si rifanno ad antichi poemi ma sovente vengono improvvisati. Questa musica si basa su una specie di modo “frigio” che ha analogie con la scala modale indiana chiamata “bhairavi” e con quelle persiana chiamata “sur”

 

Persian Music - Nooshafarin

 

Irani Songs

 

Farsi Song With Mast Dance

 

Farsi Song

 


 

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