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Il Secondo Dopoguerra

 

Siamo nel secondo dopo guerra; l’ultimo conflitto mondiale è terminato da poco e ancora una volta sono stati cambiati i confini delle cartine geografiche dei vari Paesi del Continente. Non sembra, ma definire questi confini non è per niente facile. Diventa sempre  più complicato…non vanno mai bene, vengono sempre cambiati e ricambiati, facendo così impazzire gli allievi delle scuole che dovranno ristudiarseli ancora, per ricordarli bene agli esami onde non rimanere bocciati. Ed ecco che… una volta imparati bene quelli, cambiano ancora, a danno sempre dei posteri che dovranno ristudiare anche quelli nuovi, al fine poi di ottenere sempre quel titolo di studio tanto agognato…Mi permetto di dare un piccolo consiglio per semplificare la vita di tutti…”Lasciate i confini per come sono, mi sembra che così vadano bene…credo”…. In fondo, dall’alto della stratosfera, attraverso un satellite, lo scenario dei Continenti non cambia malgrado gli innumerevoli scarabocchi fatti sulle carte geografiche; il cambiamento rimane solo nella nostra testa….e sulla carta.

 

Il giorno che non verranno  più cambiati questi confini, non si sprecheranno più, oltre che l’inchiostro, energie e risorse umane, senza contare un’altro vantaggio assolutamente da non sottovalutare ovvero, che i posteri non  dovranno più impazzire per studiare la Storia e la Geografia se vorranno poi trovare un impiego lavorativo e questo, non perché non hanno voluto studiare, ma soltanto perché in quel periodo non è successo niente di così importante, tanto da cambiare questi benedetti confini (magari fosse…); bellissimo alibi anche per chi non avesse davvero voglia di studiare….. E’ vero che in tal caso, la Storia avrà dei vuoti ma in fondo che importa? Purché ci sia la salute…

 

Un nuovo confine segnato sulla carta, per il ragazzo che frequenta le scuole dell’obbligo, significa rinunciare un po’ al suo tempo libero per mettersi lì a studiare il nuovo scenario storico-geografico, per l’Editore di libri di testo di Storia, significa decidere di quale colore dovranno essere i vari Stati ognuno all’interno dei nuovi confini. Anche quello potrebbe risultare un piccolo problema perché tutti i colori dovranno essere differenti, soprattutto per gli Stati confinanti, altrimenti ci si potrebbe confondere tra uno Stato e l’altro…un colore tuttavia, che rimarrà solamente sulla carta e non sulla terra, e tanto meno addosso alla gente. Ve lo immaginate se anche la gente girasse con lo stesso colore della cartina? Magari che so…..colorati di verde? E quelli del Paese confinante, tutti colorati di rosso?... Come diceva una famosa barzelletta anni ’70, un pochino demenziale in cui, in un Paese dove tutto era rosso, sbuca un omino verde che esclama sorpreso e imbarazzato: “ Oh oh….scusate…Ho sbagliato barzelletta!....

 

Questi colori rimangono solo nel nostro immaginario, ma credo che a livello inconsapevole, abbiano una qualche influenza nelle nostre azioni e pensieri fosse anche per dare una qualche soddisfazione a chi ha allargato i suoi confini….e così alla fine, forse per pigrizia mentale, si finisce per identificare i milioni di abitanti che stanno in un territorio, quasi come fossero una cosa sola con la stessa Carta Geografica e con lo stesso colore. 

 

Per le persone invece, che non sono fogli di carta con sopra stampate delle piante geografiche, i nuovi confini potrebbero diventare vere prigioni. A volte si passa da un estremo all’altro; prima si esagera da un lato, poi forse perché ci si è resi conto di aver appunto esagerato, per non essere più identificati in un certo modo, si cambia Modus Operandi e si esagera dall’altro così che, quando sarebbe necessario mettere qualche confine e controlli efficaci, atti a garantire un minimo di sicurezza, ordine e serenità alla gente, ecco che per migliorare le cose….si lascia perdere in modo tale che sarà sempre il disagio, questo grande protagonista, ad accompagnare la nostra vita quotidiana, ora in un modo, ora in un altro e ora…. in un altro ancora. E’ curioso a volte notare come, all’interno di una stessa idea, si possano raggiungere posizioni così estremamente diverse.

 

 

Musicisti Immortali

 

In uno di questi Paesi, fra i tanti del centro Europa, con i limiti ben rigorosamente demarcati appunto da questi confini, stava la signora Fela e suo marito, il signor Tobias nonché la figlia ventenne Jutta. La signora Fela era violinista di fila presso l’orchestra stabile cittadina. Non dobbiamo dimenticare che il suo Paese, e tanti altri di quella zona europea, diedero i natali a musicisti che entrarono agli onori della Storia della Musica come ad esempio: Chopin in Polonia, Smetana e Dvorak in Cecoslavacchia, Lizst, Zoltan Kodali, Bela Bartok in Ungheria, Alexssander Borodin, Rimski-Korsakov in Russia e tantissimi altri ancora….. Questa donna, probabilmente con il D.N.A. di uno di questi grandi, si sentì irresistibilmente attratta alla musica, atrazione che si concretizzò, nel suo caso, appunto come violinista presso il teatro comunale cittadino. La giornata della signora Fela trascorreva quindi, alternandosi tra impegni di lavoro nell’orchestra stabile, e in casa con la famiglia. Il marito non era violinista e nemmeno orchestrale; egli era ingegnere e lavorava presso una ditta straniera che aveva in quel Paese una filiale.

 

Una Boccata D’Aria…Di Tanto In Tanto

 

La signora Fela, quando aveva un momento libero, soleva andare a farsi quattro passi nel viale alberato vicino a casa sua, onde rilassarsi un poco. Quando però le capitava di dimenticare qualche cosa e doveva recuperarla e quindi tornare indietro, il tutto diventava un po’ imbarazzante in quanto il portinaio dello stabile, che conosceva tutto di tutti, la notava e considerando che, secondo i suoi calcoli,  era tornata troppo presto, intuiva che qualche cosa non andava e le chiedeva perché era già di ritorno.

 

La signora diceva il motivo e la cosa era risolta. Se però, disgraziatamente, dimenticava ancora qualcos’altro, allora diventava tutto davvero molto più imbarazzante e problematico, perché avrebbe dovuto incrociare ancora il portinaio il quale le avrebbe ancora chiesto il motivo del suo secondo anticipato ritorno, e questa volta in maniera più sorpresa ed invadente del solito, come a dire: “Ma signora cosa sta facendo; lei va e viene in continuazione”?... Cosi che vedeva di fare bene attenzione a non dimenticare niente per non dover andare avanti e indietro ma soprattutto, per non dover sempre dare delle spiegazioni.

 

Meglio Abbondare Che Non…

 

Il marito che, come detto, era ingegnere presso la filiale della ditta straniera, per recarvisi, doveva superare una specie di confine (tanto per cambiare) che circondava l’area territoriale di quel edificio. Tale confine era rappresentato da un posto di blocco in cui tale persona, ovvero il marito ingegnere, doveva dichiarare alla guardie le sue generalità. Normale procedura in un contesto in cui tutto è controllato fino al millimetro…La cosa curiosa tuttavia, era che queste guardie conoscevano molto bene il soggetto in questione e sapevano perfettamente chi era, dove abitava, chi era sua moglie e la figlia come pure il lavoro che faceva in quella ditta nondimeno, tutte le volte che doveva passare quel posto di blocco, si perdeva almeno mezz’ora per rispondere meticolosamente a tutte le domande che queste persone, che lui  ben conosceva (e loro conoscevano lui) gli ponevano, senza dimenticarne una: Come ti chiami?... Quando sei nato?...  Dove abiti?...  Dove vai?...  Perchè ci vai?...In quanti siete in famiglia?... C’è chi sostiene che questi controlli, anche se snervanti ed eccessivi, siano indispensabili per la sicurezza…e solo che, il giorno dopo, le stesse persone in divisa, che ormai lo conoscevano anche fin troppo bene, appena lo rivedevano, ricominciavano tutto da capo e per circa mezz’ora, procedevano con lo stesso repertorio di domande che già gli avevano fatto il giorno prima e il giorno prima ancora a quello, come pure tutti gli altri giorni delle settimane passate…..

 

Liberi Professionisti

 

La figlia della signora Fela, Jutta era sarta e lavorava in casa. Poiché era, come dire, libera professionista, non percepiva un salario regolare come i suoi genitori. I guadagni che realizzava, potevano sovente avere degli sbalzi; magari c’era quella volta che il lavoro andava a gonfie vele e così i guadagni erano notevoli, ma c’era anche quella volta che questi affari andavano un po’ meno bene e quindi gli introiti erano più limitati.  A questo punto, in relazione a quanto detto, possiamo notare un tipo di amministrazione che non sarebbe male, se non fosse che, allo scopo di onorare sempre il confine, il limite, il proibito, non fosse stata….obbligatoria mentre invece, se il tutto fosse stato libero, come dire…facoltativo,  sarebbe stata davvero cosa di cui essere oltremodo entusiasti…ecco di cosa si tratta

 

Amministrazione Assistenziale

 

Essendo che la caratteristica tipica di coloro che sono dei liberi professionisti ovvero, che non dipendono da un ente, è quella di arricchire, se sono bravi e soprattutto fortunati, ma è anche quella di fare la fame (per usare un linguaggio tipicamente popolare) se le cose non vanno come dovrebbero in quanto, essendo come abbandonati a se stessi, sono suscettibili di tanti eventi che potrebbero essere positivi o negativi, come dire, dei ramoscelli in balia di ogni corrente d’aria.  Da questo tipo di amministrazione quindi, per prima cosa viene stabilito un tetto; se i guadagni sono inferiori a questo tetto, ecco che lo Stato interviene con i suoi soldi per supplire la parte mancante in modo tale da consentire alla persona in questione, di continuare a vivere in modo onorevole e decoroso e naturalmente, se i guadagni superano quel tetto, allora il soprappiù finirà nelle casse dello Stato il quale si incaricherà di assistere qualcun altro che magari per quel mese non gli è andata troppo bene.

 

A me personalmente, un tipo di amministrazione come questa, piace moltissimo; davvero la trovo in sintonia con quello che dovrebbe essere veramente lo spirito di una Nazione ovvero, di una grande Super-Famiglia…certo è che se la cosa non fosse obbligatoria ma facoltativa, mi piacerebbe ancora di più. Comunque, a parte il fatto di essere o no obbligatoria, secondo me, sarebbe ancora più bello se il tutto non fosse legato ad una corrente di pensiero particolare. A mio avviso, è l’abbinamento ad una bandiera, ad una icona, ad una religione ecc. che da fastidio. Si potrebbe fare quello che è necessario, in base alle esigenze della società (e delle nostre), con il solo fine di migliorare la qualità della vita della gente, senza farlo in riferimento a nessuna corrente di pensiero, ma solo in riferimento alle necessità.

 

Si fa quella cosa semplicemente perché è necessaria e naturalmente, provvedendo in qualche modo a che ci sia anche un ritorno di risorse, onde poter continuare in quel senso. A volte mi viene da dire che per fare veramente politica, bisognerebbe  fuggire dalla…politica. Infatti per il non politico, se dovesse mai ritenere  giusto fare una certa cosa, non andrebbe a vedere se quella certa cosa, ovvero quel progetto, è stato il cavallo di battaglia della corrente avversa….La fa per migliorare la qualità della vita della gente in quanto è li per quello ( pure pagato) a prescindere dal lustro che potrebbe arrecare al partito, corrente di pensiero o bandiera che dir si voglia, avversi; in sostanza, non si preoccupa di sapere quale sarà il partito che ci farà più bella figura, ma piuttosto, se la cosa migliora la vita della gente…questo è vero patriottismo.

 

Nel Nord Europa…

 

Si potrebbero creare delle convenzioni anche con le banche, e stabilire accordi di questo genere. Mi sembra di aver sentito dire che nei Paesi del Nord, Svezia, Norvegia ecc ci sia un qualcosa di simile. Uno può arricchire, se ha fortuna, ma non oltre un certo tetto, o magari può arricchire quanto vuole, ma alla sua morte, il tutto tornerà nelle mani dello Stato. In compenso però, non avrà nessuna preoccupazione per i suoi figli in quanto per loro, ci penserà lo Stato……nel senso… che ci penserà veramente. Questo è quanto ho sentito dire ma devo anche dire che non sono mai stato da quelle parti quindi, il mio… è solo un sentito dire.

 

Secondo me, va bene qualunque cosa purché vengano rispettate la dignità e la sensibilità della gente nonché la loro privace (che è legata appunto al rispetto della dignità). Diventa tutto più pesante invece, quando vengono a mancare queste cose e soprattutto, lo spazio psicologico di ogni individuo in quanto se gli togli quello, già si commette una grave mancanza di rispetto della sua sensibilità e della sua persona. Comunque, è certo che con un simile tipo di amministrazione, sia che venga condotto alla militare o con più  stile e savoir faire,  non si morirà certo di fame (…a volte mi chiedo: perché si fanno le cose giuste solo fino ad un certo punto….e non oltre).

 

Necessità Inderogabili Ed Irrinunciabili

 

Quando ci si lascia prendere dalla fobia dei confini, a volte si possono raggiungere livelli altamente incredibili e non poco grotteschi. Infatti, parlando sempre del nostro contesto ambientale, non soltanto alcune cose non si possono fare punto e basta, per via del confine, del veto, ecc. ma ci sono altre cosette che teoricamente si potrebbero fare, ma solo teoricamente perché il farle veramente, comporterebbe già uno sforzo incredibile, una presa di posizione, una determinazione a voler andare fino in fondo…come fosse…non dico una sfida, ma quasi.  Ad esempio, in un qualunque Ufficio Postale (cito quello tanto per fare un esempio) o anche un altro ente dove, per ogni piccola cosa è necessaria una lunga attesa, può avvenire che in quei momenti (come a volte succede a tutti gli essere viventi, umani e animali), a qualcuno venga pure voglia di espletare i propri bisogni corporali ed idrici.

 

Però, per fare questo, il soggetto in questione dovrebbe alzarsi per avvicinarsi al tavolo che sta al centro della sala, dietro al quale sta seduto l’usciere dai modi decisamente molto poco simpatici, sul quale tavolo sta il rotolo della carta igienica in bella mostra davanti a tutti.  E’ chiaro quindi che chi si alza per prendere quella, renderà noto a tutti i presenti, le sue necessità in barba alla privacy. Potrebbe pure essere che l’usciere lo rimproveri perché magari …prende troppa carta…. Appena finita l’operazione, se questa è una persona civile, tirerà l’acqua così che tutti i presenti potranno sentire lo scroscio in quanto i servizi in genere, dalla sala non sono troppo lontani (magari perfino un po’ di profumino… chissà)

 

Forse che, facendo leva sul personale e istintivo pudore della gente, si tentava in questo modo di scoraggiare l’utenza ad andare troppo ai servizi?…Magari per non dover dopo pulire il bagno?  Probabile...potrebbe anche essere. Se per caso poi, qualcuno aveva dei disturbi in quel senso e si vedeva costretto ad avvicinarsi ancora alla figura arcigna dell’usciere, e magari dover pure giustificare il perché tornava ancora ai servizi, quando era già stato, prendere ancora dell’altra carta igienica…magari litigando di nuovo per quella ( in quanto l’uscire molto solerte, ci teneva a non sprecare le risorse dello Stato), si veniva a creare una situazione oltremodo disagevole ed imbarazzante, di un disagio quasi papabile; difficile immaginare una guerra fra poveri più di quella….. E’ chiaro quindi che, anche se non era proibito andare ai servizi, stando così le cose, ci si andava solo quando veramente uno non ne poteva proprio più.

 

Un Ritmo Di Vita Meno Frenetico

 

Per continuare con questi piccoli aneddoti di menage quotidiano, diremo che la vita cittadina, non era rumorosa e caotica come in altri luoghi della terra e anche l’inquinamento ambientale lo era molto meno.  La vita di questa allegra e solare famiglia quindi, tutto sommato, trascorreva tranquilla in un menage regolare anche se bisognava sopportare alcune ristrettezze. In altri luoghi magari, bisognava sopportare disagi di altra natura per cui, tanto valeva farci  l’abitudine….un po’ come l’uomo delle grandi metropoli occidentali, che prima di attraversare la strada, deve guardare bene prima a sinistra e dopo a destra (o il contrario, se sta in Inghilterra), oppure diventare matto solo per trovare un posteggio, cosa che ai tempi degli antichi romani ad esempio, queste cose sarebbero risultate una assurdità. In fondo anche quelle sono ristrettezze. Quando ero ragazzo, con i miei coetanei mi divertivo a sdraiarmi sul prato e lasciarmi rotolare per il pendio erboso. Cosa oltremodo sconsigliata il lasciarlo fare ai ragazzini odierni, in quanto al giorno d’oggi, si potrebbero trovare in mezzo all’erba, siringhe e preservativi usati in abbondanza…questo è un altro limite o confine, tipico dei Paesi occidentali.  In fondo i limiti, in un modo o nell’altro ci sono sempre.

 

Consigli Per Gli Acquisti

 

Un altro piccolo problema era quello dei rifornimenti infatti i negozi, quelli di generi alimentari, anche in pieno giorno, erano sempre e regolarmente chiusi. Quando da lontano però, vedevi una lunga fila di persone che arrivava perfino sulla strada, capivi che era li che potevi fare la spesa. Così che, senza drammatizzare, chi doveva fare acquisti, si metteva in fila e pazientemente aspettava il turno (lo stesso come si fa per i nostri supermercati quando il cliente, dopo aver riempito il carrello, deve fare la fila alla cassa). Il fatto è però, che a volte succedeva che uno, dopo aver aspettato per molto tempo, magari fuori al freddo e in piedi, quando finalmente arrivava il suo turno, tutta la merce che era arrivata in qual dispaccio era finita e così, il povero tapino, dopo aver aspettato tanto, tornava a casa a mani vuote.

 

Questa situazione disagevole, la passo capire in tempo di guerra, o durante una emergenza particolare, di carattere nazionale, ma non riesco a capirla in tempo di pace. Comunque sia, credo che anche a questo un pochino ci si abitua…si tiene l’occhio sempre vigile; più o meno si sa il periodo in cui apre quello spaccio o quell’altro e così ci si tiene pronti…certo è che bisogna stare attenti, altrimenti uno rischia di non mangiare anche se i soldi ci sono.

 

Il Cuore Ha Delle Ragioni…

 

Ecco che in quella famiglia avviene un fatto molto  importante. Un avvenimento che in fondo già ci si aspettava perché la figlia, ovvero la sarta, si sposa e così lascia la casa paterna (normale procedura per la gioventù che vuole mettere su famiglia)…La ragazza quindi lascia la casa dove era cresciuta, dove stavano molti dei suoi ricordi. La mamma e il papà, pur se contenti e soddisfatti, sentono un po’ di commozione e di malinconia; come si dice: un groppo alla gola. Infatti nella camera della ragazza, ora non c’è più nessuno…. che malinconia…adesso è completamente vuota…..ma non per molto. Infatti, alle autorità competenti, perfettamente a conoscenza di tutti i movimenti della famiglia, a conoscenza della struttura dell’alloggio e consapevoli di come poteva essere sfruttato fino in fondo, impone a quella famiglia, la coabitazione di altri due inquilini che assolutamente non conoscevano ma che dovevano comunque, assolutamente accettare. C’è di peggio: una volta ho letto che presso gli antichi romani, dove si stanziavano le armate di Silla (il grande rivale di Mario), gli abitanti della zona, erano tenuti a dare ospitalità ai militari e guai a loro se si fossero rifiutati. Naturalmente non solo dovevano ospitarli a tempo indeterminato e pure gratis, ma dovevano anche servirli, fare loro da mangiare e lavorare come dei matti, a proprie spese e probabilmente, con l’obbligo di concedere la moglie o le figlie  quando questi ne avevano voglia (questo francamente, non ricordo di averlo letto……però arrivati a questo punto, potrebbe essere…)

 

Parentele Oltre Le Alpi

 

La signora Fela, aveva due cugine; una di primo grado e l’altra di secondo, che vivevano in Italia alle quali era molto affezionata e che tanto avrebbe voluto andare a trovare. Purtroppo non era cosi facile come poteva sembrare e anche in questo caso, non perchè fosse veramente proibito, ma perché la procedura che si doveva fare era tale, da rischiare di farti passare la voglia.  Infatti non potevi prendere il treno così, magari fare il biglietto, guardare quale è il primo treno per l’Italia e accomodarti tranquillo aspettando la partenza…e no…Magari fosse stato cosi semplice. Intanto, prima di tutto, dovevi recarti all’Ufficio competente per queste cose, a chiedere il permesso. Così che, come le succedeva sovente quando ci andava per questo motivo, le rispondevano: “Ma perché ci tieni tanto ad andare a trovare le tue cugine? Io posso capire si trattasse di tua madre, ancora ancora… ma di una cugina… Davvero non vedo tutta questa necessità…” “Ma siamo molto legate fra di noi …è da molto tempo che non ci vediamo più ecc ecc”.   E l’altro rispondere : “Facciamo così:  per questa volta non se ne parla…magari torna qui tra un paio di mesi, e vedremo cosa fare”.  E cosi, coltivando sempre questo suo sogno, che ad un certo punto sembrava diventare irrealizzabile, trascorreva il tempo in questo curioso ambiente complicato da un lato e un po’ meno dall’altro nel senso che almeno si godeva di una certa sicurezza e di una natura meno contaminata.

 

Una Notizia Molto Attesa

 

Ecco un bel giorno, arrivare un inatteso miracolo, da quel Ufficio competente, che si occupava di gestire queste cose, arriva  l’autorizzazione di andare in Italia a trovare le due cugine  (una procedura burocratica che era durata quasi un anno). La gioia era incontenibile. Naturalmente solo lei riceve il permesso di andare in Italia; il marito doveva restare a casa. Così che, si presenta a questo Ufficio per ricevere tutte le istruzioni necessarie; innanzi tutto le viene dato un itinerario che doveva seguire meticolosamente. Praticamente le veniva gia pianificato il percorso con una tabella di marcia alla quale doveva attenersi scrupolosamente. In questi casi la polizia, che è gia al corrente dell’itinerario del soggetto in questione (in questo caso, della signora Fela), sa che alla tal ora, il viaggiatore si troverà in quella città, nell’altra ora, in un'altra città ecc…

 

Se non dovesse risultare da come previsto nella tabella di viaggio, nel senso che la polizia non riuscisse a  localizzare questa persona nel posto previsto e per quell’ora, tale persona verrebbe segnalata alle forze dell’ordine come dispersa, o addirittura latitante, con le relative conseguenza qualora dovesse venire poi rintracciata.  E’ chiaro che la signora Fela, consapevole di questo, ad ogni stazione, era lei stessa che si faceva premura di segnalare la sua presenza alla polizia, in modo tale da non suscitare inutili allarmismi.

 

Il Pro e Il Contro

 

Mi permetto di fare un piccolo commento al riguardo; un controllo più serio, almeno dalle nostre parti, non sarebbe poi così male. Se ciò fosse, non ci sarebbero quelle trasmissioni angoscianti in cui si parla di gente che non si ritrova più, lasciando così i familiari nell’angoscia e disperazione totale. E solo che, mi domando, possibile che non sia possibile (gioco di parole) fare un qualche cosa del genere, senza però arrivare a questi eccessi? Sembrerebbe di no, ma io non ne sono per niente convinto.   Intanto ai trasgressori di queste regole, anziché punirli severamente, si potrebbero punire solamente; ovvero fargli pagare qualche multa, o qualche altra restrizione. Credo sia buona cosa, per punizione intelligente, anche il lavoro non retribuito ovvero, il lavoro obbligatorio. Sono convinto che da quello, ad arrivare ai bagni penali con le catene ai piedi, ci passi una bella differenza…in fondo sarebbe sufficiente trovare una via di mezzo. Credo che se si trovasse questa via di mezzo ovvero, con un atteggiamento da parte delle forze dell’ordine assolutamente diverso, assolutamente non intimidatorio, con savoir faire (per legge) ma anche, se necessario, con fermezza, sarebbe meglio.  Ho notato a volte che succede il contrario; atteggiamenti che denotano una totale mancanza di rispetto per la persona  (almeno a giudicare da alcuni film polizieschi) e poi mancanza di fermezza, il tutto condito da una buona dose di buonismo (che certo non è bontà).

 

Presumo che i vantaggi potrebbero essere oltre modo notevoli: se il cittadino non fosse trattato malissimo qualora non dovesse rispettare regole di questo genere, ma solo punito con restrizioni ragionevoli, potrebbe ugualmente sentirsi protetto dalle strutture della società in cui vive il che non sarebbe cosa da poco. Come diceva un ministro dell’imperatore cinese Ch’in (l’edificatore della muraglia cinese), di cui  ho letto le sue massime da qualche parte, il suo amore per la Patria non sarebbe solamente il derivato di una propaganda massiccia o imposta, ma sarebbe un qualche cosa di profondamente sentito perché l’ambiente della Nazione in cui vive, gli sarebbe perfettamente congeniale e su misura, dove per questo, si sentirebbe completamente a suo agio.

 

Controlli e Rispetto Della Persona…Allo Stesso Tempo

 

Quindi non sarebbe male ogni tanto, mettere dei posti di blocco e, ripeto perché è importantissimo, con molto savoir faire ed educazione civile come già detto, per obbligo, controllare i documenti cosi che se qualche persona anziana e smemorata si dovesse perdere, per rintracciarla non ci si dovrà più basare solamente su sporadiche testimonianze di qualche occasionale passante che telefona in diretta alla T.V. per dire: “Si…si…mi sembra di averlo visto…il tipo che cercate  corrisponde alla descrizione ecc. ecc…..” Da come è facile capire, questo tipo di collaborazione non è neppure da paragonarsi ad un tipo di informazione e controlli effettuati in modo più massiccio, sistematico, su vasta scala e non per un solo soggetto ma per chiunque risulti disperso a condizione però, che il tutto sia condotto nel rispetto della democrazia e nel rispetto assoluto e personale, di ogni singola persona al fine che, come una enorme rete, si arrivi a ripescare il soggetto che per mille motivi si è reso non reperibile. E’ l’atteggiamento comunque che è molto importante; fermezza. garbo e rispetto perché di quello, la popolazione ne ha assolutamente diritto… E’ evidente invece, che se al tutto gli si da un colore di imposto, con terribili conseguenze per eventuali trasgressori, allora no….allora è decisamente meglio fare come già si sta facendo, senza eccessivi controlli, perché se togli la libertà ad un individuo, gli hai tolto tutto.

 

Smanie Di Villeggiatura

 

Tornando alla nostra signora Fela, assai elettrizzata perché in procinto del suo grande viaggio, riceve dall’Ufficio addetto ai permessi, l’equivalente di un 1.000.000 di Lire ma con la proibizione assoluta di non spenderli durante il soggiorno italiano. Anche qui sta una delibera un po’ incomprensibile; tanto valeva a questo punto, non darle nulla così che non avrebbe avuto quella costante preoccupazione di perderli, il che, fosse mai successo, non sarebbe stato certamente da ridere al suo ritorno. Magari, le autorità competenti, avrebbero potuto fare, in proporzione all’eventuale debito contratto con lo Stato (nel caso fosse risultata una spendacciona), delle detrazioni dal suo stipendio; ma a volte cercare la logica in certe cose, risulta essere cosa altamente….illogica. Io credo che non sia un metodo oppure un altro che fa funzionare bene una società, ma il buon senso di chi ha la responsabilità e questo, nell’ambito di un qualunque sistema di amministrazione; quando manca il buon senso manca tutto. Quando invece c’è quello, c’è tutto.

 

Finalmente In Italia… Il Paese Della Musica

 

Finalmente in Italia…quanto ci teneva. Una volta arrivata, la signora Fela può rivedere le sue cugine alla stazione…l’emozione e la gioia è tantissima da parte di tutte e tre….erano anni che non si vedevano, praticamente da prima della guerra ed ora erano finalmente insieme. Tra l’altro, per la signora Fela, quella era anche l’occasione di vedere l’Italia che non aveva mai visto quindi, non c’era momento migliore di quello.  Fela viene ospitata da una delle due cugine con l’impegno, nel giorno dopo, di rivedersi tutte insieme e incominciare a girare la città dove le due cugine, le avrebbero fatto, per così dire, da cicerone. Una volta accomodatasi nella camera che la cugina le aveva messo a disposizione, la signora Fela si distende e si rilassa…..la sua gioia era davvero tanta…quanto aveva aspettato quel momento.

 

Il giorno dopo, nel massimo dell’eccitazione quindi, le tre cugine si ritrovano in Piazza Castello, nella città di Torino e decidono di passeggiare per le vie più importanti ed in del loco. Intanto si sistemano in un locale per fare la colazione. Fela ammira con eccitazione il luogo, così elegante e colmo di vita, facendo il paragone con i locali di ritrovo del suo Paese in cui è meglio non prendere cafè o cappuccini ma piuttosto Wodka …(Paese che vai, usanze che trovi).  Viene a notare così, che da un lato della Piazza, per accedere ai Giardini Reali, stava un grande cantiere al che le cugine la informano, tanto più che lei era del ramo, che da un certo tempo erano iniziati i lavori di ristrutturazione del Teatro Regio di Torino il quale era andato distrutto, tempo addietro, a seguito di un incendio. Un vero peccato perché, diversamente, la signora Fela non avrebbe perso l’occasione per visitarlo, con l’occhio dell’esperto, facendo sicuramente un paragone con il teatro in cui lei ci lavorava quotidianamente.

 

Itinerario Turistico

 

Il piano era il seguente: passeggiare da Piazza Castello fino a Porta Susa camminando per via Cernaia; quando poi erano stanche, fermarsi in un ristorante per mangiare gli spaghetti al sugo di pomodoro il tutto, seguito da un bel secondo e dopo tornare indietro e magari riprendere la passeggiata per via Roma fino a Porta Nuova oppure per via Po, fino a Piazza Vittorio, o per i Giardini Reali, magari se non quello stesso giorno, i  giorni a venire …Non male come programma. Ecco però che ad un certo punto, la signora Fela ha una reazione che lascia oltremodo perplesse le due cugine. Infatti, percorrendo via Cernaia, in direzione di Porta Susa, le tre cugine, dopo aver superato alcuni negozi di abbigliamento, una tabaccheria e  altri piccoli locali, passano a fianco di un negozio di generi alimentari, con esposti in vetrina, in bella mostra, tanti piatti raffinati e molto elaborati nonché abbondanti.

 

Ecco allora che la cugina d’oltre Alpi vedendo questo, si infiamma ed esclama alle due cugine italiane: Fermatevi!! Cosa aspettiamo ad entrare dentro e prendere tutto quello che possiamo???!!!”.”Ma cosa stai dicendo?”  “Sto dicendo che se aspettiamo ancora un po’, quelli potrebbero anche chiudere e così non prenderemo più niente”  “A parte che quel negozio chiuderà questa sera verso le 19,30, adesso non vedo perché si dovrebbe comperare tutta quella roba”  “Ma non capisci?  Quando ci capiterà ancora una occasione come questa? Di trovare tutto questo cibo?”  “Mi sembra che sei tu a non capire mia cara. Non sapremo neanche dove metterla, tra un po’ andremo a mangiare in un bel ristorantino, lascia perdere. Oltre tutto abbiamo il frigo strapieno, non sapremo neppure dove metterla tutta quella roba”….Non sembra, mi ci è voluto non poco per dissuadere la signora Fela dall’entrare in quel negozio per fare il pieno di viveri. Molto a malincuore, alla fine, la signora Fela rinuncia al suo progetto e sempre a malincuore, segue le sue cugine….ma la sua mente rimane là, dove stava tutto quel ben di Dio.

 

Ma ecco che, proprio  quando la signora Fela stava per dimenticare il negozio di generi alimentari, ne vede un altro, pieno come quello di prima, e forse di più …e così ricomincia da capo la scenata che ancora più avanti ripeterà, davanti ad una macelleria. Le due cugine italiane incominciano a preoccuparsi e a guardarsi con una certa perplessità perché tutto questo stava diventando una costante. Arrivate a casa cercano di farle capire che nel nostro Paese era tutto diverso, a condizione di avere i soldi; era solo quella la cosa importante. Uno entra nel negozio e compera tutto quello che vuole senza la paura di restare senza…..”Qui da noi” dicono “Il problema non è trovare il negozio chiuso, ma quello di avere i soldi, quando ci sono quelli, si è a posto… Se in quel negozio finiscono le provviste, ci saranno altri negozi stracolmi di roba e felicissimi di vendere”. Ma non c’era niente da fare; quella signora vedeva ancora nella sua mente, tutto quel ben di Dio a cui le sue cugine, inspiegabilmente, avevano rinunciato.

 

E’ vero che il frigo era strapieno, ma in cuor suo biasimava le cugine italiane perché non si può ignorare tutto il cibo che avevano visto. Secondo la sua coscienza era anche uno spreco e mancanza di rispetto per quelli che non hanno da magiare. Per le due cugine italiane invece, la cosa era vista da un’altra prospettiva…….considerando che nel loro programma, era previsto di girare la città di Torino e dintorni,  per una decina di giorni circa, chissà davanti a quanti altri negozi di generi alimentari, avrebbero ancora dovuto discutere con lei e così mormorando fra loro si dicevano: “Se davanti ad ognuno di questi negozi, la nostra cuginetta farà sempre di queste scenata, passeremo sicuramente delle magnifiche ferie…

 

Infatti nei giorni appresso, anche se la cugina d’oltre Alpi cercava di controllarsi perché ormai aveva capito che le due cugine italiane, inspiegabilmente, non volevano fare rifornimenti, faceva comunque una moderata pressione su loro, un pressione che le veniva in automatico, affinché, almeno, comperassero qualche cosa così che, per non dispiacerle troppo, a volte l'accontentavano, entrando in qualche negozio di generi alimentari per fare qualche acquisto da loro considerato inutile. Per finire risolvono, per il quieto vivere e per non dilapidare lo stipendio, di battere quelle zone dove già sapevano che non c’erano negozi alimentari.

 

Verso la metà circa del soggiorno italiano, malgrado le fossero sinceramente affezionate, non vedevano l’ora che la loro cuginetta d’oltre Alpi, se ne tornasse al suo Paese…. e finalmente arrivò anche questo. Dopo tanti calorosi ed affettuosi saluti alla Stazione, la cugina se ne ritornò al Paese natio con il suo milioncino completamente intatto….durante il suo ritorno, Fela viaggia soddisfatta ripassando nella mente i giorni appena trascorsi. Il nostro personaggio, nemmeno si immagina, neppur lontanamente, di essere stato un precursore di un grande Esodo che avverrà da lì a qualche lustro, e su vasta scala, dal suo Paese e da quelli limitrofi al suo, verso l’Italia… Certo è che anche questa volta, gli squilibri umani non mancano; prima niente e ora anche troppo…..tanto da trasformare l’Italia in una novella mediterranea America  (magari ci fossero le ricchezze che stanno  laggiù)………Essa, ripensando alle sue recenti esperienze italiane,viaggia serena E’ soddisfatta e contenta perché ha rivisto le sue cugine italiane ed ora non vede l’ora di tornare da suo marito che era rimasto a casa, è contenta anche di tornare nel suo ambiente naturale, dove tutto è più nella norma, dove non viene sprecato tutto quel ben di Dio… “Hanno provato a spiegarmi la dinamica di una amministrazione di tipo capitalistica, di consumo ecc.” diceva fra se  “Ma quello che so, è che si è sprecata tanta di quella roba che trovo addirittura immorale…  Certo è che ognuno vede la verità dalla sua ottica ed educazione sociale e in base a quella, ognuno ha sempre ragione……

 

E’ proprio vero, come diceva un tale: ognuno di noi ha una  croce alla quale, se è un po’ filosofo,  per finire si abitua e guai a cambiarla con croci altrui.

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Giulio
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