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la prof si oppone, sospesa dalla preside

Potenza, allievi condannati a pagare 72 centesimi a testa per un atto di vandalismo. Il ragazzo si è rifiutato

Articolo preso dalla Stampa di Venerdì 17 Giugno 2011 di Corrado Zunnino

 

ROMA

 

La prof. di inglese difende uno studente durante il Consiglio di Classe: "Macchè sei in condotta, merita 10 per la dignità che ha mostrato. Non ha spaccato lui l’antincendio e lui non deve pagare, neppure 72 centesimi." La preside ascolta e conferma il 6 allo scolaro (con sottrazione di rappresentante degli studenti) aggiungendoci una sospensione di 10 giorni per la prof che lo aveva difeso. La questione è approdata al Ministero dell’Istruzione e ai tribunali civili e penali di Potenza. “A scuola non è più possibile esprimere il proprio dissenso”, denuncia il sindacato Gilda “Con le leggi Brunetta, si rischia di finire a casa solo perché hai detto no".

 

L’ultima storia di conflitti scolastici si registra a Palazzo S. Gervasio 5.000 abitanti sulle colline Potentino. Il Camillo d’Errico, è una istituzione superiore che offre 4 indirizzi ai 430 studenti. Nelle ultime stagioni ha registrato fughe di massa e atti di vandalismo. Nel 2008, si è insediata la preside Giovanna Sardone, cattolica e credente, animata dal sacro rispetto delle regole e dalla volontà di risuscitare una scuola di provincia. A colpi di circolari e comunicazioni  (157) riesce, ultima impresa, a dotare l’edificio di idranti per la sicurezza. Il lunedì li abbiamo messi, il venerdì, uno era già danneggiato Rapidamente, perché le punizioni per avere effetto, devono essere rapide decide che in mancanza dei responsabili, chiederà un risarcimento a tutti gli studenti: otto euro a classe. La riparazione non era costata niente  ma dovevamo dare un esempio educativo; colpirne uno per educarne 100.

 

Uno, il rappresentante degli studenti, profitto scolastico sopra l’otto, si ribella: “non ho fatto nulla, questa è una rappresaglia”. D’accordo con il padre e la prof di inglese, decide di non pagare. La preside convoca un Consiglio di Classe d’urgenza “Propongo il sei di condotta”. L’insegnate protesta: merita dieci. Il dirigente alla collega: ”Da tre anni stai violando norme dell’Istituto, sospendo te per dieci giorni”. Retribuzione mensile decurtata, niente scrutini. La prof. “Troverò un giudice che mi darà ragione”. La preside Sardone sostiene: “L’insegnante era già stata sospesa: con una mia circolare: con una mia circolare aveva fatto una barchetta. In questa scuola ho portato ordine e ho educato anche i professori."

Fine

Dite la vostra ma prima….lasciatemi dire la mia

 

 

Secondo me, in questo articolo trapelano tutti gli errori che sono stati fatti nel mondo della scuola, e ormai da lungo tempo, allo scopo di voler essere e fare, chissà che cosa. Sempre secondo me, una buona parte di questi errori sono iniziati già con le innovazioni pedagogiche e didattiche della signora Montessori….Anche se questi errori sono stati fatti a fin di bene, sempre errori rimangono. Più passa il tempo, più mi convinco che a volte per non voler vedere per quello che è la realtà circostante (e questo è un altro errore), vogliamo imporre un certo stile di vita che indubbiamente ci sembra giusto e invece non lo è e così, sono più i danni collaterali che ne derivano che non i risultati positivi che si sperava di ottenere.

 

A causa di questa mentalità eccessivamente buonistica, il corpo insegnati da troppo tempo ormai, è stato più o meno obbligato ad esercitare il buonismo, nei confronti dei discenti. Il bullismo (che fa rima con buonismo e ci va a braccetto) è dilagante per questo è un errore pretendere che tale fenomeno, da un giorno all’altro possa sparire…come se non ci fosse mai stato….magari così fosse. Nella mia carriera scolastica (insegno musica nella scuola media), quante volte ho visto contese fra insegnanti e presidi per motivi esattamente contrari a quello esposto nell’articolo.

Quando l’allievo, con la sua pessima condotta supera i limiti e l’insegnante di turno, vedendo che non ci sono altre alternativa propone la sospensione, è quasi matematico che la preside farà  tutto quello che è in suo potere per impedirla (ho sempre visto fare così, almeno a Torino), dando pure la colpa di quello che è successo, al collega. Così che, questi, per non subire oltre che il danno, anche la beffa,  né metterà note su registri né, tanto meno proporrà sospensioni e così….il bullismo rimane protetto e potrà prosperare (poverini…sono solo ragazzi…pezzi e core di mamma e papà….).

 

Infatti se non ci sono punizioni…come si può sperare che l’alunno capisca da solo, che così non ci si deve comportare?.....Uno su mille forse, ma gli altri? … Oltre tutto, la procedura vigente per sospendere il ragazzino, è strutturata in modo tale da colpire più il docente che non l’allievo.    Infatti per proporre  la sospensione, il docente deve subito indire una riunione del Consiglio di Classe che è formato dai professori della classe in questione ossia, della classe dove sta l’alunno che si vorrebbe sospendere.

 

Ora c’è un piccolo particolare, un tale modo di procedere toglie all’insegnante la possibilità di poter fare un conto di quello che è il suo tempo libero. Può succedere che dopo una mattinata piuttosto piena e turbolenta (gestire classi di circa 30 alunni, il più delle volte scatenati, non è uno scherzo) quando suona la campanella delle 14 e l’insegnante crede (magari) di aver finito e di potersene andare tranquillamente a casa, viene a sapere invece che si deve fermare fino ad ora imprecisata, per sorbirsi una riunione straordinaria riguardo un ragazzino che forse dovrà essere sospeso, secondo un iter piuttosto complicato.  Stando così le cose, il docente non potrà mai sapere quando è veramente libero.

 

Magari ti organizzi per fare delle cose all’uscita dalla scuola, fossero anche di puro divertimento (non devi rendere conto agli altri di come trascorri il tempo libero) ed ecco che a causa del dilagante bullismo, derivante dal dilagante buonismo, tu non puoi più disporre di te stesso, anche quando non sei in servizio perché può capitare una emergenza tipo, un ragazzo che si è divertito a insudiciare la palestra con del catrame che gli operai avevano lasciato (come è successo) e così, dopo una mattinata piuttosto piena, dove credi di poter andartene a casa, e magari fare delle commissioni che avevi già pianificato, ti ritrovi a dover presenziare ad una riunione di cui tu non c’entri un bel fico secco... per un problema che non è successo nella tua ora, ma nell’ora di un altro collega.

 

Ed ora, ecco la dinamica di queste riunioni: il ragazzo sta fuori in attesa di essere chiamato, nel frattempo a porte chiuse, si discute della cosa; ognuno dice la sua, anche quei professori che non c’entrano con l’accaduto ( non credo che quello che diranno potrà essere molto pertinente, visto che non erano presenti durante il fatto). Dopo snervanti discussioni, quando è tutto finito, si chiama il ragazzo, per dargli la possibilità di difendersi  (poverino…altrimenti sarebbe una ingiustizia) e dopo finalmente, senza più appetito e con un gran mal di testa, si va a casa…ma non finisce li….Magari!!!   

 

Infatti ci dovrà essere, da li a pochi giorni, un’altra riunione straordinaria di tutti i colleghi della classe, per decidere finalmente, che tipo di provvedimenti prendere; un pochino esagerato trovo (mettendo sotto i piedi, tutti gli impegni che i colleghi si erano presi per il loro tempo libero)….Non credo che gli stipendi dei professori, giustifichino questi disagi. Una volta un collega aveva proposto in sede di Collegio Docenti ( tutti i docenti della Scuola riuniti), di incaricare soltanto alcuni colleghi per valutare queste cose e naturalmente, il professor interessato, al fine di non far pesare il tutto inutilmente, sugli altri colleghi….non lo hanno neppure lasciato di finire di leggere la sua relazione preparata per questo…

 

E’ vero che ci sarà qualcuno (presidi compresi) che dirà di tutti i privilegi che possono avere gli insegnanti (anche lo stipendio?), però una cosa è certa: il collega che si trova di fronte ad un caso in cui sarebbe bene fare qualcosa, quella cosa non la farà perché altrimenti si attirerebbe addosso l’ira degli altri colleghi in quanto li obbligherebbe praticamente, a presenziare quando invece se ne andrebbero volentieri a casa…e così, cosa succede? Succede che il ragazzo che ha combinato la marachella, la passa semplicemente liscia. Non solo non viene punito ma di quello che ha fatto, nessuno ne parlerà per evitare appunto la trafila burocratica di cui si è detto e soprattutto, perché nessuno ha voglia di litigare fra colleghi, evitando, come si dice, una guerra fra poveri. Cesare diceva: Dividi et impera…….Si dice anche fra i due litiganti, il terzo gode….Quando ci sono divisioni fra colleghi, chi ne potrà veramente godere?   Chissà…

 

In effetti se Cesare, come credo, aveva ragione, quando si ha un piccolo potere, fosse anche piccolo come quello di un capo di Istituto, fa molto comodo avere dipendenti che non vanno d’accordo fra loro, che litigano, magari si offrono come delatori ecc. Ricordo una volta di un preside che mi convocò per chiedermi se potevo tenere d’occhio l’altro collega di musica il quale, sembra, avesse l’abitudine di lasciare la classe, per andare ad esercitarsi al piano che era li vicino, perché di notte faceva appunto piano bar, ma io mi rifiutai perchè dissi che quello non era il mio compito…Sono solo responsabile delle mie classi, e soltanto durante la mia ora. Non capisco perché, se aveva tutti questi sospetti, non ci andava lui personalmente a controllare.  Sicuramente si tratterà di una coincidenza, ma da allora per me, sono cominciati i problemi…..

 

Comunque è chiaro e lampante, che le cose non sono organizzate per mettere disciplina (che sarebbe molto importante) onde combattere il bullismo, ma più che altro, per mettere i colleghi l’uno contro l’altro (uno potrà anche dire che non è così, ma il risultato è quello, inequivocabile). Infatti, a proposito di quanto detto ora, una volta ho visto una terribile scenata fra una collega di musica, che ha avuto un serio problema in classe e pertanto chiedeva la sospensione di una ragazza (non ricordo più cosa avesse fatto), ed un’altra collega che, a causa di questa sospensione, avrebbe dovuto farsi due Consigli di Classe straordinari, secondo la procedura sopra descritta, quando lei in tutto quello che era successo, non centrava assolutamente nulla (in fondo, dal suo punto di vista, non aveva torto).

 

Tornando al presente articolo, da quello che mi sembra di capire, questa preside ha voluto dare un segnale forte contro il bullismo ma, con tutto il rispetto, mi permetto di dire che non ha proceduto nella giusta direzione. Infatti se tu vuoi eliminare il bullismo nella scuola (sarebbe davvero ora), non puoi nemmeno pretendere che la cosa succeda così, dall’oggi al domani; bisogna tendere in quella direzione si, ma non dare assolutamente dei segnali forti….che servono proprio a un bel niente…( li si potrebbero addirittura interpretare come un bullismo in senso contrario). Seconda cosa, sempre per lo stesso motivo, prima di adottare un certo modus operandi, bisogna vedere la legge cosa dice…Se è ancora previsto (come è sempre stato) che la sospensione o il voto di condotta viene deciso collegialmente dal Consiglio di Classe e non soltanto dal capo di istituto.

 

In tal caso, come ne sono sicuro, se è il Consiglio di Classe a decidere, allora non c’è niente da fare; si procede tramite votazione e se c’è parità, voterà anche il/la preside e il suo voto varrà come due altrimenti, diversamente….. anche la preside dovrà fare la brava ed adeguarsi a quello che decide il Consiglio di Classe.   A parte il sistema che tende a lasciar perdere per non avere i grattacapi di cui si è detto e che sembra  (ho detto solo sembra) voler favorire il bullismo, mi stupisco di quello che è successo in quel Consiglio di Classe, mi metto al posto di questi colleghi…..prima li convochi (quando questi se ne starebbero volentieri a casa loro) affinché, nello spirito della democrazia, ognuno possa liberamente dire la sua ( è questo lo scopo della loro convocazione presumo)  e poi, dopo che li hai seccati nel convocarli, addirittura li punisci quando uno, liberamente e democraticamente, esprime una opinione diversa…Ma allora cosa li hai convocati a fare? Davvero sconvolgente….Mi sembra strano che, legalmente, questo sia stato possibile….

 

Quando poi si tratta, da quello che ho letto, di un alunno modello….davvero mi sto chiedendo…ma che cosa succede nel mondo scolastico?.... Ora vado in pensione e quando vedrò in lontananza un edificio scolastico, lo aggirerò di almeno tre isolati onde non sentirne più il cattivo odore psicologico  (ancora peggiore di quello olfattivo)        

 

Ancora una cosetta che mi sembra doveroso evidenziare; non c’è bisogno di educare i professori perché quelli sono già educati (non potrebbero né votare, né insegnare se così non fosse) e poi, allora….chi educherà i presidi?

Fine

Prego…dite pure

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Giulio...

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