Le Scale minori e gli accordi

 

 

1° Argomento Le scale minori

 

Le scale viste nella dispensa precedente, erano di tipo Maggiore; queste invece sono di tipo minore….Perché le une si chiamano Maggiori e le altre minori?....Bella domanda alla quale ora cercherò di dare una risposta, è solo che per farlo, trovo necessario dare altre spiegazioni preliminari, al fine di arrivare al punto in questione. Intanto occorre premettere che ad ogni scala Maggiore, è abbinata una scala minore (e viceversa). La scala Maggiore abbinata a quella minore, incomincia dal III grado della scala minore ( e qui vediamo la necessità assoluta di chiamare le note; “gradi” onde evitare confusioni). Ora mi spiegherò meglio: se noi prendiamo, come esempio, la scala di DO Maggiore, e volessimo trovare la sua relativa minore, la quale è intrinsecamente legata ad essa, il sistema è semplice; il I grado della scala Maggiore, in questo il DO (perché è su tale nota che incomincia questa scala), viene considerato il III grado di un’altra scala, fermo restando che le alterazioni saranno sempre le stesse, anche se però nelle scale minori, cambieranno i rapporti fra i vari intervalli. Se il DO non è più il primo grado di questa nuova scala, ma diventa il III grado, quali saranno gli altri due gradi che lo precedono? Semplice; la nota che precede il DO, è il SI il quale sarà II grado e la nota che precede il SI sarà il LA, il quale diventerà I grado della scala di LA minore, da come potremo vedere nell’esempio sotto riportato

 

minori

 

Per quale motivo una di queste due scale si chiama Maggiore e l’altra minore quindi? Perché nella scala Maggiore, la distanza fra il I grado e il III grado, è di due toni, invece nella scala minore, la distanza, sempre fra il I e III grado, è di un Tono e 1/2 quindi più piccola ovvero….minore. Vi è da ricordare inoltre, almeno per quanto riguarda l’impostazione base delle alterazioni, che queste non cambiano….ci saranno dei cambiamenti in questo senso è vero, ma solo nelle tre variazioni che ognuna di queste scale avrà ….cose che vedremo fra poco. Ora vi proponiamo altre scale Maggiori con le relative minori e dopo ancora, quando sarete più bravi, vi daremo l’occasione di trovare voi stessi le relative minori delle varie scale Maggiori

 

minori

 

Una melodia costruita su una tonalità Maggiore, avrà sempre un tono allegro, solare, pimpante ecc. Invece la melodia costruita su una scala minore, sarà sempre melanconica, nostalgica, contemplativa e tutte cose affini a queste… Ancora altri esempi di scale Maggiori e relative minore, sia con alterazioni ascendenti che discendenti 

 

minori

 

minori

 

minori

 

minori

 

minori


 

Ora prendiamo come esempio, l’unica una scala Maggiore con alterazioni discendenti, che incomincia su una nota naturale, ma che all’interno di essa ovviamente, ci sta una nota alterata che è il SI divenendo così SIb

 

minori

 

E’ chiaro che questi esempi possono continuare finché non si esauriscono tutte le combinazioni in questo senso, ma presumo che più o meno, qualcosa abbiate capito per cui passerei, senza indugio, alla fase successiva.

 

I tre modi della scala minore

 

Anche se in questa categoria , le scale sono chiamate: “ minori”, esse sono molto più complesse che non di quelle Maggiore Infatti, come detto, ad ogni scala Maggiore, è collegata una scala minore, ma quella minore a sua volta, si suddivide in tre modi che ora esamineremo.

 

Modo minore naturale
Modo minore armonico
Modo minore melodico

 

Il Modo naturale

 

E' quella scala che possiede solo le alterazioni della sua relativa Maggiore senza aggiunte. E’ molto poco usata; ricorda in un certo senso, le scale “Modali” del medio evo e per questo, usata raramente. Proponiamo un esempio con la scala di RE minore, relativa della scala Maggiore di FA

 

Scala di RE minore naturale (Relativa di FA Maggiore)

 

minori

 

Le stesse (in questo caso la stessa) alterazioni della sua relativa Maggiore (FA Maggiore), si ritrovano nella sua relativa minore

 

Scala di RE minore armonica

 

minori

 

Nella scala minore armonica, il 7° Grado (in questo caso il DO), si alza di 1/2 Tono

 

minori


 

Altri esempi di scale minori con i loro tre modi: “Naturale” ”Armonica” “Melodica”

 

Scala di SOL minore naturale  (Relativa di SIb Maggiore)

 

minori

 

Le stesse note alterate della scala di SIb, si ritrovano nella sua relativa minore naturale

 

Scala di SOL minore armonica

 

minori

 

Settimo grado alzato di 1/2 Tono

 

minori

 

Credo che ormai, essendo che sicuramente avrete capito tutta la situazione, potrete divertivi voi stessi, magari cercando una scala qualunque, sviscerarla…..Prima trovare la giusta successione di intervalli, seguendo gli schemi guida delle formule “A” e “B” esposte nella dispensa predente, per creare la scala Maggiore desiderata, poi da quella, trovare la sua relativa minore e infine, trovata quella, potrete suddividerla nei vari modi….quelli visti ora…Mi raccomando, fate un buon lavoro altrimenti vi dovrò dare un brutto voto….eh…eh…eh…hem…deformazione professionale

 

Per facilitarvi in questo senso, vi preparo qua sotto, una pagina pentagrammata in modo che possiate, volendolo, svolgere comodamente i vostri lavori, magari stampando il foglio tutte e volte che ne avete bisogno…..Eccovi i titoli delle scale Maggiori da cui estrapolerete le minori nonché i loro vari modi. Metteremo un + dietro al nome della scala per far capire che è Maggiore

 

DO+
SOL+
RE+
LA+
MI+
SI+
FA#+
DO#+

FA+
SIb+
MIb+
LAb+
REb+
SOLb+
DOb+

 

(Queste scale non sono disposte secondo lo schema delle formule ma questo non importa in quanto è sufficiente seguire tali schemi durante i lavori)

 

minori


 

Maggiore e minore a confronto

Desidero mettere a confronto due melodie dello stesso autore G S Bach una è di tipo Maggiore, “solare e pimpante” l’altra, di tipo minore, sarà come più meditativa, contemplativa, consapevole e misteriosa

 

Tonalità Maggiore   (SOL+)

 

minori

 

Tonalità minore   (SOL -)

 

minori

 

Sarebbe assolutamente una buona idea provare a suonare questi brani con il flauto

 

2° Argomento: Gli accordi

 

In questo ultimo argomento, della presente dispensa, parleremo di accordi. Gli accordi, anche se non in modo approfondito, già li abbiamo visti nelle dispense per piano; essi erano presentati a mo’ di esercizio, allo scopo di rendere agili le dite: Ora li riesamineremo sotto un’altra ottica, quella teorica, al fine di avere più consapevolezza di che cosa si tratta veramente. In una scala Maggiore (e anche minore), come abbiamo visto, i gradi indicano la successione delle note, a partire della prima nota da cui incomincia una certa scala; alcuni di questi gradi sono importanti altri no e sono considerati come di “passaggio”.
 
Iniziamo a prendere in considerazione i gradi importanti; essi hanno un nome che ora conosceremo; ovviamente uno dei Gradi importanti è il primo, ovvero la nota da cui inizia tutta la scala quindi:

 

Grado
= 
Tonica
(perché da il tono a tutta la scala)
III
Grado
= 
Caratteristica
(perché imprime il carattere a tutta la scala se Maggiore o minore)
V
Grado
= 
Dominante
(perché dalla sua posizione centrale, domina tutta la scala)
VII
Grado
= 
Sensibile
(perché essendo che la scala procede verso l’alto, e quella è la più vicina alla Tonica, diventa più “sensibile” alla sua attrazione)

 

E ora vedremo alcuni esempi qui sotto, prendiamo la scala di LA Maggiore

 

minori

 

La scala è Maggiore perché la distanza fra il primo e terzo grado è di 2 Toni Il settimo grado, considerato importante e chiamato “Sensibile”, non appare in questo esempio perché esso è un discorso a parte di cui parleremo più tardi I gradi importanti, evidenziati in rosso, estrapolati dalla scala stessa, faranno parte dell’accordo di LA Maggiore; se vengono suonati contemporaneamente, il tutto si chiamerà “Accordo”, se invece uno alla volta, si chiamerà “Arpeggio”…vediamoli nell’esempio sottostante

 

minori

 

Le note sono sempre le stesse ma rivoltate.
 
Un’altra scala Maggiore; quella di MI Maggiore 

 

minori

 

Estrapoliamo i gradi importanti di questa scala che sono il I, il III e il V e li sistemiamo a mo’ di accordo e di arpeggio

 

minori


 

Ora, per essere completi, vedremo i nomi di tutti i gradi della scala; quelli importanti e quelli no, considerati solo come note di passaggio, tuttavia non dimentichiamo che anche quelli, in un contesto melodico, ci stanno bene, come fosse il formaggio sui maccheroni

 

Grado Tonica
Grado Sopra  Tonica
Grado Caratteristica
Grado Sotto Dominante
Grado Dominante
Grado Sopra Dominante
Grado Sensibile

 

Ora potrete divertirvi a scrivere su fogli pentagrammati, alcune scale da cui potrete estrapolare le note degli accordi e degli arpeggi (che sono le stesse). Il settimo grado, la sensibile, non è apparso in questi accordi perché come si è detto, per lui (il VII Grado) si dovrà fare un discorso a parte….Questo lo faremo dopo aver esaminato quanto segue. 

 

minori


 

Musica….un po’ di  Scienza …e un po’ di Storia

 

Per via di determinate leggi fisiche, quando si produce un suono, assieme ad esso si producono altri suoni più acuti e poco percettibili; questi si chiamano: “Suoni Armonici”. Qualunque suono quindi ha con se, come fosse un suo corredo, questa gamma di suoni armonici che lo rendono più ricco ed interessante. Quali sono questo suoni armonici che si manifestano quando un suono (detto generatore) si manifesta? Sono ovviamente il 1° Grado, che viene raddoppiato, il 3° Grado, il 5° Grado e il 7° Grado che viene definito: “Dissonanza naturale” questo, anche perché se è “dissonante”, è piacevole a sentirsi ed è comunque, naturale in quanto rientra nell’ambito di queste leggi fisiche di cui abbiamo accennato
 
Ora questi gradi della scala, 1° 3° 5° e 7° fanno parte degli accordi che formano l’armonia. A partire dalla fine del secolo XVI e inizio del sec. XVII epoca in cui vennero fatte queste scoperte scientifiche nell’ambito dei suoni, la musica ebbe una profonda mutazione e da Modale (da modo o maniera) si trasformò in Tonale in quanto venendosi a prendere in grande considerazione questi armonici, si veniva ad esaltare la prima nota della scala; praticamente tutta una melodia viene finalizzata per esaltare questa nota detta anche: nota fondamentale
 
Ancora qualche considerazione sul tema della scala Tonale, quella che darà origine all’armonia (la scala minore in fondo, è una sua derivazione). Questa diventa un tipo di musica che è propria delle regioni europee e che si manifesta tra la fine del secolo VI e inizio del secolo VII, con tutti i suoi pregi e, perché no? Bisogna pur dirlo, anche dei suoi difetti o meglio, dei suoi “limiti”. Prima di vedere quelli, vediamo il meccanismo di come funziona la musica Tonale

 

Suoni Armonici di DO

 

minori  

 

Se abbiamo un buon spirito di osservazione, noteremo che i suoni armonici generati da questo suono “generatore”, il DO, sono praticamente gli stessi che formano appunto l’Accordo di DO. Nei brani rinascimentale, dove ancora la gente non era sensibilizzata a questo tipo di musica ovvero, una musica in cui i suoni armonici di una certa nota, venivano sempre come dire…sollecitati dalla melodia, tanto da esaltare appunto la nota “generatrice”, a volte possiamo vedere passaggi che ci ricordano qualche cosa di questo genere…di Tonale, ma il tutto era soltanto casuale. Come detto, questo tipo di studio (lo studio dei suoni armonici e della musica Tonale) si svilupperà in modo consapevole e sistematico, a cavallo dei due secoli VI e VII e procederà in maniera, sempre sistematica, fino ai giorni nostri, dando vita ad un nuovo tipo di musica sulle cui basi, saranno costruite melodie che vanno dai capolavori immortali del nostro recente passato, alle semplici canzonette. Nelle dispense che riguardano la Storia della Musica, questo argomento sarà trattato con più dovizia di particolari Ecco ora una altro esempio di suoni armonici, generati questa volta dalla nota SOL 

 

minori

 

Notiamo che il suono generatore, essendo appunto “suono generatore”, nei suoni armonici si ripete più volte. Ecco una cosa che, a fronte di tutto quello che si è detto, risulta come una incoerenza. Infatti la musica tonale (quella che stiamo trattando) fa riferimento ai suoni armonici di una certa nota e la melodia si evolve in tal senso dando così a questi, e alla tonica stessa, grande importanza. Essendo quindi, fortemente esaltato il suono generatore, questo suono acquista enorme importanza rispetto alle altre note della scala tanto che, quando si arriva al settimo grado di quella scala, poniamo il caso la nota SIb, se siamo nella scala di DO, il SIb viene come calamitato dal DO, e da SIb che è, diventa SI naturale perché si alza di un semitono. Infatti nella scala di DO, il SI non è bemollizzato come invece risulta appunto nei suoi suoni armonici. Non per nulla, il settimo grado si chiama “Sensibile”, perché è la nota più sensibile all’attrazione della tonica in quanto la più vicina, considerando che la scala si muove in senso ascendente. Naturalmente tutto questo complicato processo, avviene solamente all’interno di noi, nella nostra psiche, anche per coloro che non hanno studiato musica. Questo perché le leggi fisiche, come lo sono ora, lo erano anche anni fa….tutto è determinato solamente, dal gusto della gente che tende a mutare nel tempo; tempo fa, i riferimenti armonici non avevano importanza, ora invece si.

 

Pregi e Difetti

 

La caratteristica della musica Tonale rispetto all’altra che viene definita Modale ( da modo o maniera) sta nel fatto che è molto più orecchiabile in quanto, da come si è visto, il movimento melodico fa solo riferimento ai suoni armonici (più rapidi da percepire), per cui è come se evidenziasse soltanto l’essenza stessa della melodia, tanto che per l’ascoltatore viene più facile ed immediata la sua fruizione…in altre parole, diventa più orecchiabile. Il suo difetto invece, consiste nel fatto che, appunto perché è più orecchiabile e di immediata fruizione, tale melodia si esaurisce presto rischiando di divenire subito noiosa perché il movimento melodico, scartando diverse note della scala (quelle non facenti parte dei suoni armonici) si esaurisce prima; cosa che invece non è per i brani musicali Modali. Infatti tutte le note di queste scale (Modali) hanno pari importanza e quindi, musicalmente parlando, “ognuna ha molto da dire”. A titolo di curiosità, vi presentiamo ora altre note ognuna, sempre con il suo “corredo” di suoni armonici, per rendere meglio il concetto

 

minori

 

minori

 

minori

 

Da come possiamo vedere, tutti questi sono argomenti che sono profondamente collegati fra loro e ora, finalmente, possiamo incominciare a parlare della Sensibile.
 
La Sensibile di una scala, è chiamata così perché essendo quella che precede la Tonica dell’ottava successiva, è molto “sensibile” alla sua attrazione. A questo proposito, bisogna notare una certa incongruenza o, se vogliamo, un paradosso, come un qualche cosa che divora se stesso. Prendiamo come esempio la scala di DO maggiore. Essendo che un brano che si muove in codesta scala, come si è detto, fa un continuo riferimento ai suoni armonici di DO, esalta in questa maniera il suon generatore che è appunto DO. Ora però, fra gli armonici di DO, troviamo il SIb quando invece, nella scala di DO Maggiore, il SI è naturale e non bemolle. In teoria, nella scala di DO, il SI dovrebbe essere bemollizzato, ma poiché il suono di DO, nel movimento melodico viene esaltato nei suoi suoni armonici, il DO diventa troppo importante tanto che il SI, essendo la nota più vicino al DO dell’ottava successiva, diventa come se ci fosse una certa impazienza di “risolvere “ o concludere la melodia, sulla nota DO, generatrice di tutti quei suoni armonici e quindi, unica nota veramente protagonista di tutta la melodia tanto da far salire di 1/2 il SIb facendolo diventare un SI naturale. Nell’accordo di DO con la settima, troviamo il SIb ma questo viene considerato come se il DO fosse dominante di FA (ossia il suo V Grado) la cui scala ha appunto il SIb. Per alcuni studiosi dell’argomento, questo non dovrebbe essere; è un errore, ma considerando che ci sono musiche bellissime fondate su questi principi, direi che tutto sommato, è meglio così. Certo è, che non è stato uno scherzo, per i nostri predecessori, inquadrare in modo così ottimale, tutte le regole che riguardano lo studio dell’armonia…chi lo sa?....Potrebbe essere che per la musica (per musica mi riferisco sempre a quella “bella”) potranno avvenire ancora innovazioni ed evoluzioni nel campo nella teoria ed essere indicata in modo sempre più ottimale …e con questa mia piccola riflessione, saluto i mie potenziali lettori e do loro un arrivederci al prossimo argomento di “Didattica” che seguirà a questo….Arrivederci

 

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